L’elettrodomestico che ha maggiormente contribuito a ridurre le fatiche del lavoro domestico è senza dubbio la lavatrice. Anche se per alcuni il modo più ecologico per lavare i vestiti è usare ancora lavello, sapone e mangano a mano, oggi è solo un modo masochistico di fare il bucato. La lavatrice è oramai un apparecchio indispensabile, perciò fate in modo che funzioni nella maniera migliore per voi e per l’ambiente.
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Comperare a buon mercato significa pagare due volte
Negli ultimi tempi è possibile acquistare una lavatrice con una buona etichetta energetica a soli 200 euro. Ma probabilmente non è una buona scelta ecologica.
Anche le lavatrici risentono del nostro atteggiamento collettivo che tende a privilegiare il prezzo rispetto alla qualità. Con poche eccezioni, questi elettrodomestici non sono più costruiti per durare 15 o 20 anni e, per alcuni modelli, anche delle semplici riparazioni possono costare quasi quanto acquistare un prodotto nuovo. Come conseguenza, consideriamo normale sostituire le lavatrici ogni 5/7 anni, facendo aumentare enormemente i costi ambientali occulti, a causa della quantità di energia e di materie prime necessarie per produrne di nuove. Perciò se state cercando una lavatrice, pensate a lunga scadenza e investite in un prodotto di ottima qualità destinato a durare.
L’etichetta energia
Se avete deciso per la qualità, fate molta attenzione all’etichetta energetica che certifica la classe di efficienza dell’apparecchio. Anche le lavatrici sono contrassegnate per legge con un’etichetta che ne fotografa le prestazioni ambientali e tecniche. Nell’etichetta sono riportati: la classe di efficienza energetica, espressa con una lettera che va dalla A (per gli apparecchi più efficienti) fino alla D (per i meno efficienti); il dato di consumo energetico annuo espresso in kWh, basato su 220 processi di lavaggio standard; il livello di emissioni di rumore misurato in decibel; la classificazione dell’efficacia di centrifugazione indicata con una lettera dalla A alla G; la capacità di carico massima espressa in kg; il consumo di acqua in litri/anno (basato su 220 processi di lavaggio standard).
L’etichetta energetica consente così di scegliere la lavatrice più efficiente, cioè dotata del miglior rendimento energetico e idrico, che ci farà rispettare di più l’ambiente e ci permetterà anche di spendere meno in consumi di elettricità, di acqua e di detersivo.
Il consiglio sarà quindi di comprare sempre il prodotto migliore: un apparecchio con classe di efficienza energetica A può consumare anche meno 0,7 kWh di elettricità a ciclo di lavaggio.
Esistono in commercio anche lavatrici dotate di asciugatrice incorporata: se possibile evitatele e, soprattutto, escludete questa funzione perché è estremamente energivora. Ricordate che le migliori “asciugatrici” ecologiche sono ancora il sole e il vento.
Anche se le lavatrici moderne impiegano molto meno acqua dei modelli più vecchi, sono comunque delle bestie assetate, per cui è bene considerare il consumo di acqua come uno dei criteri per confrontare i vari modelli. Evitate quelle che si caricano dall’alto perché richiedono più acqua per bagnare tutto il bucato.
Alimentazione ad acqua calda o fredda
La maggioranza delle lavatrici in commercio in Italia sono dotate del solo attacco per l’acqua fredda. Questa poi è riscaldata dalla resistenza elettrica presente nella stessa lavatrice.
Riscaldare l’acqua alla temperatura impostata costituisce l’elemento che più influisce sui consumi energetici dell’intero ciclo di lavaggio. E maggiore sarà la temperatura richiesta, maggiore sarà il consumo.
Esistono però anche alcune lavatrici dotate di doppio attacco, cioè sono in grado di essere alimentate ad acqua sia fredda sia calda. In sostanza possono ricevere acqua già riscaldata da una sorgente esterna più efficiente, come può essere una caldaia a gas o, meglio ancora, da pannelli solari termici. In queste lavatrici la giusta temperatura viene ottenuta dosando l’immissione di acqua fredda che va a miscelarsi a quella già riscaldata dall’esterno. È evidente come questa modalità di lavoro richieda molta meno energia.
Lavate con attenzione
Serve a poco acquistare una lavatrice di alta qualità, che durerà a lungo, con un buon rendimento e poco consumo d’acqua, se poi la mettete in moto per lavare una sola camicia. Quelli che seguono sono alcuni consigli di base per un atteggiamento ecologico rispetto al lavaggio dei vestiti
-non impostate mai il prelavaggio sulla lavatrice, raddoppia il consumo di acqua e aumenta quello dell’elettricità del 30%. Eventualmente se serve scegliete l’ammollo;
-impostate programmi a basse temperature (30-60°C);
-usate la lavatrice a pieno carico e se siete costretti a lavare solo pochi capi usate il tasto “economizzatore” o “mezzo carico”. Ricordatevi però che “mezzo carico” non significa “mezzo consumo”: l’energia e l’acqua consumate per lavare poca biancheria si riducono ma non quanto si è portati a credere;
-non superate mai le dosi di detersivo consigliate dalle case produttrici;
-ricordatevi di pulire il filtro: le impurità e il calcare accumulato ostacolano lo scarico dell’acqua;
-usate i prodotti decalcificanti insieme al detersivo: evitano la formazione di depositi e facilitano le funzioni del detersivo soprattutto con “acqua dura”, questo consentirà di ridurre gli interventi e i costi di manutenzione.
Asciugare gli abiti
Un’asciugatrice consuma più del doppio di energia elettrica di una lavatrice. Per fortuna sono pochissime le persone che in Italia possiedono questo elettrodomestico: fate in modo che continui a essere così. Un’asciugatrice ecologica non esiste.
Non tutti hanno un giardino o un terrazzo dove stendere un filo per appendere la biancheria, ma forse abbiamo un piccolo balcone e, sicuramente, tutti possediamo spazio libero sui soffitti. Un sistema molto efficace per asciugare il bucato è uno stendibiancheria da soffitto che può essere innalzato per sfruttare l’aria calda che si accumula nella parte alta della stanza. È sufficiente assicurarsi che il locale sia ben ventilato per permettere all’umidità di andarsene.
Costi
Le migliori lavatrici costano dai 400 agli oltre 1.000 euro. Le marche che costano di più sono anche le più costose da riparare, ma si rompono meno spesso e durare molto di più dei modelli economici.
Non è difficile realizzare uno stendibiancheria, basta solo un poco d’inventiva e pochi euro di spesa. Per chi, invece, ne vuole acquistare uno già fatto, si va dalle poche decine di euro dei modelli più economici a ben oltre 100 euro per quelli più raffinati delle migliori marche.