La lana può essere tinta prima o dopo la filatura, ma sempre dopo essere stata ben lavata e asciugata.
Qui non parleremo di colori per tessuti chimici, poiché in questa guida ci limitiamo ai prodotti naturali reperibili dovunque. Parleremo quindi di tinture vegetali.
Se volete tingere con fibre vegetali, imparate a servirvi di piante, fiori, bacche, foglie e scorze, a diventare un po’ alchimisti, pazienti, curiosi, pronti a stupirvi ogni volta per la ricca tavolozza di colori che la natura offre.
Per tingere con comodità occorre molto spazio, per conservare le lane con il loro untume, quelle lavate, quelle tinte, le piante per la tintura, e per potere asciugare le lane proteggendole dalle intemperie.
Servirà anche molta acqua non calcarea. Se potete disporre di una fonte o di un ruscello con acqua non calcarea, siete
nelle migliori condizioni, perché per tingere con buoni risultati bisogna risciacquare con cura, senza misurare i litri d’acqua.
Esistono apparecchi poco costosi per addolcire l’acqua dura: installatene uno se vi è possibile, e se tingere la lana è per voi qualcosa di più di un desiderio passeggero. Per dettagli è possibile vedere questa guida sugli addolcitori pubblicata da Luca Sanna su Addolcitori.net.
Avrete inoltre bisogno di una fonte di calore: nella bella stagione un focolare all’aperto, protetto da pietre e vicino all’acqua, sarà sufficiente; in caso di pioggia potete risolvere il problema con un camino.
I recipienti in cui mettere la lana per la tintura devono essere larghi, forniti di coperchio e essere, a secondo dei colori che desiderate ottenere, in rame per i colori brillanti, in ghisa per i colori più spenti, più grigi, smaltati per i colori delicati. Vi serviranno anche tinozze e mestoli di legno (potete farveli da voi utilizzando legno duro e ben levigato), una bilancia molto precisa, ceste di vimini per sgocciolare la lana, mollette da biancheria, ciotole di porcellana, termometro, guanti di gomma per proteggervi le mani.
Indice
La sbiancatura
Dopo la lavatura la lana non è abbastanza bianca per poterla tingere; bisogna sbiancarla per essere sicuri di ottenere la per questo acqua ossigenata a 120 volumi, circa 15 cm cubi per litro d’acqua, aggiungendo qualche goccia di ammoniaca. Mescolare bene, immergere la lana e continuare a mescolare per circa mezz’ora.
Il fissaggio
Grazie a questo procedimento i colori si fissano sulla lana: diversamente la maggior parte delle tinture vegetali non tengono in modo durevole. Il fissatore è l’intermediario indispensabile tra i principi coloranti dei vegetali e le fibre della lana. Agisce prima sulle fibre, quindi sulla materia colorante con la quale forma un composto colorato insolubile.
Il fissatore più comune è l’allume, un doppio solfato di allumina e potassio, reperibile in drogheria, farmacia ecc. La noce di galla, prodotto tannico, è un buon fissatore ma scurisce e abbassa i toni del colore. Anche il limone può essere usato come fissatore, come pure l’acetosella e il cremor di tartaro.
molto difficile stabilire dosi, proporzioni e tempi di cottura precisi; con il tempo si acquista l’esperienza; segnate su un quaderno i vari tentativi in maniera dettagliata. Fate un campionario dei colori ottenuti e uno per i vegetali e i fissatori usati.
Il fissaggio viene effettuato quasi sempre prima della tintura.
Fissaggio con l’allume
Far sciogliere l’allume nell’acqua bollente (150 g di allume per 1 kg di lana). Mescolare con un mestolo di legno, inumidire la lana e immergerla nel liquido bollente. Riportare lentamente l’acqua a ebollizione, senza smettere di muovere la lana, e lasciarla bollire per circa un’ora; lasciarla poi a bagno finché non è diventata fredda. Togliere quindi la lana con due mestoli di legno e farla sgocciolare. Potete tingerla subito o aspettare qualche giorno, conservando la lana avvolta in un panno umido e in luogo fresco. Si ottiene cosí lana « allumata ». Preferibilmente, lasciate che il fissatore agisca ancora per qualche giorno, per avere poi un colore perfettamente stabile.
Fate prove di fissaggio con lo stagno, con il cromo, con il solfato di rame, come indicato nelle ricette che seguono.
Piante e colori
Le piante, le bacche ecc. di cui parleremo sono facilmente reperibili. I fiori danno un colore più luminoso se sono freschi. Non vanno raccolti alla fine della fioritura, quando i petali stanno per cadere. Iniziate la tintura immediatamente dopo la raccolta oppure mettete subito i fiori in una vasca d’acqua. Anche le foglie vanno raccolte fresche, staccandole dagli alberi. Se pensate di tingere in inverno, potete far seccare le foglie conservandole appese in un luogo asciutto, aerato e con poca luce; i colori ottenuti saranno comunque più cupi. E meglio cogliere le foglie che vi servono di volta in volta. Le gemme nuove danno colori più luminosi di quelle già cresciute. Le bacche vanno raccolte quando sono
mature e usate subito.
Le scorze vanno tagliate in pezzetti. Per l’inverno, farle seccare e quindi metterle a macero almeno una notte prima della tintura. La parte migliore della scorza è quella verso l’interno dell’albero. Per non rovinare l’albero prendete solo piccoli rami che ricrescono in fretta.
Ricette
Quali sono le piante che danno
BEIGE BRONZO
Quercia (fig. 10)
Raccogliere le ghiande in autunno inoltrato, in particolare quelle che, con l’umidità, sono diventate rosse all’interno.
Fissate la lana con allume e con acido tartarico, quindi lasciate riposare per due giorni. Far bollire le ghiande (1 kg di ghiande per 500 g di lana) per due ore buone. Immergere la lana nel bagno di tintura e far bollire per un’ora e mezza.
BEIGE BRONZO
Ribes delle Alpi (fig. 11)
Arbusto appartenente alla famiglia delle grosulariacee. Raccogliere le foglie cadute alla fine della stagione. Fare un bagno di tintura con 3 litri d’acqua contenente 150 g di foglie per 100 g di lana. Far bollire un quarto d’ora, quindi immergere la lana non fissata e aggiungere 3 g di bicromato di potassio. Far bollire un’ora e mezza circa tenendo coperto.
BEIGE BRONZO
Noce (fig. 12)
Si ottengono buone tinture usando sia le noci sia il riccio, il mallo, le foglie e la scorza dell’albero.
Per ottenere belle sfumature di beige, usare 2 kg di scorza messa a macero per qualche giorno. Immergere la lana non fissata e far bollire per un’ora e mezza. Se utilizzate le foglie cadute, otterrete ugualmente belle sfumature più o meno scure. Si possono utilizzare anche le noci verdi pestate e messe a macero per parecchi giorni. Dopo averle fatte bollire un’ora buona mettere la lana non fissata e far bollire da una a due ore.
BEIGE BRONZO
Pino nero (fig. 13)
Raccogliere le pigne cadute, a fine stagione. Fissare la lana, 1 kg ogni 150 g di allume. Tagliare finemente 2 kg di pigne, quindi far bollire con la lana per un’ora circa.
Abete di Douglas (fig. 14)
Raccogliere le pigne a stagione avanzata e tagliarle a pezzetti. Dopo aver fissato la lana come per la quercia, mettere nel recipiente di cottura 500 g di pigne per 100 g di lana e far bollire per mezz’ora. Aggiungere 2 g di solfato di rame, quindi far bollire nuovamente per mezz’ora.
BEIGE BRONZO
Faggio
Per la tintura si utilizzano le membrane che ricoprono le faggiole, raccolte a stagione avanzata quando sono cadute. Attenzione: pungono! Fissare la lana come per la quercia; far bollire 300 g di membrane con 100 g di noci di galla (si trovano sulle foglie di quercia) per mezz’ora, immergere la lana e far bollire per un’ora abbondante.
BEIGE BRONZO
Melo
Si usa la scorza.
Fissare la lana con 10 g di acido tartarico o 30 di cromo. Non utilizzare l’allume. Far bollire 2 kg di scorza per mezz’ora, mettere la lana, far bollire un’ora con la pentola coperta.
BLU
Il metodo più diffuso per ottenere il blu è quello di usare l’indaco puro oppure aggiunto ad altre fibre. L’indaco si trova nelle drogherie, ma è difficile diluirlo in acqua.
Per un blu scuro usare ribes delle Alpi (fig. 11) e indaco.
Far bollire 100 g di foglie cadute di ribes per mezz’ora, mettere la lana e 5 g di allume nel bagno, far bollire per un’altra mezz’ora. Lasciare raffreddare e aggiungere qualche goccia di indaco secondo la densità del bleu che si vuole ottenere; far bollire ancora per mezz’ora.
BLU
Muschio d’Islanda e indaco
Risulta essere reperibile solo in drogheria. Metterlo a macero per una notte prima dell’uso; farlo bollire per mezz’ora, aggiungere due gocce di estratto di indaco e immergere la lana non fissata. Far bollire di nuovo per un’ora.
BLU
Quercia (fig. 10)
Far bollire 2 kg di scorza fresca (o 1 di scorza secca) per circa due ore, filtrare e immergere la lana trattata con allume, far bollire per altre due ore.
Si trovano in natura una varietà inesauribile di piante utilizzabili per tingere, diffuse o rare: le scoprirete col tempo. Inoltre esistono mille altri modi di trattare un bagno con l’aggiunta di fissatori diversi, e infinite possibilità di mescolare tra loro varie piante per ottenere tinte delicate, nuove, originali. Sta a voi scoprirle: è una ricerca appassionante.
BRUNI
Malli verdi di noci fresche (fig. 12)
Fare bollire 750 g di malli per mezz’or immergervi 500 g di lana non fissata; fare bollire per circa due ore.
RAME E ORO
Iperico.
Coglierlo durante l’estate strappando solo le corolle. Si può utilizzare subito, oppure farlo seccare in luogo fresco e al buio, riporlo in boccali opachi e a tenuta stagna. Fissare 1 kg di lana con 25 g di cloruro di stagno. Far bollire 3 kg di corolle d’iperico in un recipiente di rame assieme alla lana per un’ora.
GIALLO LIMONE
Citiso (fig. 16)
Si usano i getti, raccolti in giugno, al tempo della fioritura. Far bollire 1 Kg di citiso per un’ora, filtrare, immergere 300 g di lana fissata con 10 g di cromo (al riparo dalla luce), e far bollire per un’ora tenendo coperto il recipiente.
GIALLO LIMONE
Tarassaco o dente di leone
Far bollire 500 g di fiori di tarassaco per 300 g di lana per un’ora; immergere la lana allumata e far bollire per un’ora. Per ottenere un giallo vivo fissare la lana con stagno.
GIALLO CHIARO
Ontano (fig. 17)
Si trova lungo gli stagni e i fiumi; è riconoscibile per gli amenti (infiorescenze femminili) che cadono a stagione avanzata. Far bollire 400 g di amenti per mezz’ora; immergere 100 g di lana non trattata con allume, 10 g di allume e far bollire per circa un’ora.
Altro procedimento: fissare 1 kg di lana con 150 g di allume; far bollire circa 3 kg di foglie fresche in un recipiente di rame. Filtrare, mettere la lana a bagno e far bollire ancora un’ora.
GIALLO CHIARO
Reseda luteola (fig. 18)
Va raccolta in settembre; ha fiori giallo pallido e foglie strette. I migliori risultati si ottengono con i grappoli di semi. Fissare la lana con 12 g di allume e 4 g di acido tartarico. Prendere 200 g di grappoli di semi e farli bollire per mezz’ora circa. Far bollire la lana in questo bagno per un’ora abbondante.
GIALLO CHIARO
Tagete
Fissare 100 g di lana con 12 g di allume e 4 g di acido tartarico facendo bollire per mezz’ora. Prendere 300 g di rose d’India, metterle con la lana nel recipiente di cottura, portare l’acqua a ebollizione dolcemente per circa un’ora.
GIALLO ARANCIO
Buccia di cipolla
Fissare 500 g di lana con 75 g di allume. Fare bollire 50 g di bucce di cipolla in un recipiente di rame, filtrare, immergere la lana in quest’acqua quando è diventata fredda. Portare dolcemente a ebollizione per un’ora. Si otterranno gialli più o meno scuri a seconda della quantità di bucce utilizzate.
GIALLO SCURO
Erica
Ne esistono molte varietà. Se volete utilizzare la pianta successivamente, cogliere i getti prima della fioritura; ma se volete tingere subito coglieteli in piena fioritura.
Fissare 1 kg di lana con 150 g di allume; far bollire 1 kg di erica per un’ora; filtrare, mettere la lana nel recipiente e far bollire per due ore; lasciar raffreddare nel bagno di cottura.
GIALLO ZOLFO
Ortica (fig. 20)
Coglierla con le mani protette da guanti quando è ancora giovane. Fissare la lana con allume, quindi far bollire la lana con le ortiche (100 g di lana e 500 g di ortiche) per mezz’ora.
GIALLO VERDE
Pioppo nero (fig. 21)
Raccogliere le foglie in maggio. la scorza dei rami in aprile. Fissare 1 kg di lana con 150 g di allume. Far bollire 3 kg di foglie in un recipiente per un’ora; filtrare e aggiungere acqua fredda. Mettere la lana allumata e far bollire per un’ora.
ROSA
Susino selvatico (fig. 22)
Con le bacche del pruno si ottiene un rosa delicato se la lana non è stata fissata, più carico se è stata fissata con allume. Le bacche devono bollire con la lana per un’ora.
ROSSO
Asperula odorosa (fig. 23)
Questa piantina si trova nel sottobosco dei faggi; per la tintura viene utilizzata la radice. Fissare 1 kg di lana con 150 g di allume, far bollire 1 kg di radici di asperula odorosa per ogni chilo di lana, sciacquare con acqua saponosa, poi con acqua pulita.
ROSSO
Lichene
Ne esistono numerose varietà, abbarbicati alle rocce delle montagne; sono di colore verderame.
Triturarli e porli a fermentare in un recipiente chiuso contenente una miscela di un terzo di ammoniaca e due terzi di acqua dolce per parecchie settimane. Smuovere frequentemente e lasciare il recipiente al sole o in luogo caldo: l’acqua diventerà color porpora. Portata a ebollizione in questa acqua, la lana non trattata con l’allume acquisterà un bel colore rosso.
VERDE
Acero rosso
Con le foglie cadute e raccolte alla fine della stagione si ottiene un verde bronzo.
Mettere a macero 100 g di foglie in acqua, aggiungere 1 g di stagno, quindi immergere la lana e far bollire per un’ora.
VERDE
Cipresso di palude (fig. 25)
Per la tintura si utilizzano i piccoli rami caduti alla fine della stagione. Fissare 150 g di lana con 15 g di allume, far bollire i rametti di cipresso per mezz’ora. Immergere la lana e far bollire per un’ora.
VERDE
Ginestra dei tintori (fig. 26)
Si utilizza appena colta o anche secca. Mettere a macero 1 kg di ginestra per 250 g di lana; fare bollire e filtrare; sciogliere quindi 25 g di solfato di rame nel bagno. Immergere la lana non fissata e far bollire per mezz’ora o più per ottenere un bel verde tenero. Per un verde più cupo, far bollire per un’ora 300 g di finestra, filtrare e sciogliere 15 g di solfato di ferro nel bagno; mettere 300 g di lana trattata con allume.
Preparazione delle tinture
Bollitura. Risulta essere il sistema più diffuso. Consiste nel mettere le piante in un recipiente di acqua fredda in modo che siano completamente coperte; portare l’acqua fino quasi a ebollizione e mantenere la temperatura per il tempo necessario, diverso da pianta a pianta. e meglio abbondare nella quantità delle piante, perché così si ottengono colori vivaci e luminosi; se la quantità di piante è minore di quella prescritta, le tinte risulteranno smorte e sbiadite.
L’acqua in sobbollimento svaporerà leggermente: aggiungetene nel corso della bollitura perché le piante devono sempre esserne ricoperte. E inoltre necessario rimescolare spesso.
Alla fine, lasciar raffreddare, togliere le piante, filtrare il bagno con un tessuto a trama fine.
II bagno potrà essere utilizzato immediatamente o dopo qualche giorno.
Fermentazione. Si pratica solo con determinate piante, per esempio licheni e radici. Sono necessarie alcune precauzioni per la riuscita della tintura: usare acqua non calcarea, chiudere il recipiente in cui avviene la fermentazione, porlo in luogo caldo, rimescolare spesso. Lasciar fermentare, a seconda delle piante, per varie settimane.
Tintura vera e propria
Quando il bagno di tintura è pronto, immergervi la lana (fissata o meno, secondo la ricetta), leggermente inumidita in precedenza con il bagno freddo, quindi portare lentamente a ebollizione mescolando regolarmente nel recipiente. Usare un recipiente di rame per le tinte vivaci, di smalto per quelle delicate, di ghisa per quelle più cupe. Il tempo di bollitura si riduce coprendo il recipiente. Durante la bollitura la lana deve sempre essere completamente coperta dall’acqua. Se questa evapora, aggiungetene ogni tanto. Terminata la bollitura, togliete la lana con due lunghe spatole, fatela sgocciolare bene, quindi mettetela in una cesta di vimini finché è completamente sgocciolata. Badate a non comprimerla, deve respirare liberamente. Quando è diventata completamente fredda, risciacquate in acqua dolce. Qui si rivela preziosa la presenza di un corso d’acqua o di una sorgente, perché è necessaria una gran quantità d’acqua per risciacquare completamente la lana.
Per fissare il colore, lavare la lana in acqua leggermente saponosa (ottenuta con scaglie di sapone) e risciacquare con abbondante acqua limpida finché non resi traccia di sapone. Quindi farla asciugare all’ombra su una corda per panni.
Prelevate due campioni di lana e fissateli nei campionari per la tintura, uno per i colori, uno per le piante.
Per ottenere una colorazione più carica lasciar macerare la lana nel bagno fino a farla raffreddare, quindi eseguire le operazioni sopra descritte.