In questa guida spieghiamo come prevenire i danni in tintoria e come comportarsi nel caso in sui si verifichino.
Quasi sicuramente è l’argomento che fa perdere più tempo in assoluto nelle controversie di carattere generale.
In buona sostanza, le statistiche ci comunicano che la percentuale di capi di vestiario danneggiati dalle tintorie è altissima.
D’altra parte i sindacati degli artigiani «pulitintori», esasperati proprio dalla perdita di tempo e di immagine che questi lavoratori sopportano nel loro lavoro, hanno proposto, e in qualche città attuato, una specie di procedura arbitrale per dirimere le numerose controversie.
I danni più frequenti
Di solito si litiga o si fanno rimostranze perché le macchie non sono state eliminate, o eliminate poco lasciando aloni, gli indumenti risultano rovinati o scoloriti o ristretti in misura eccessiva o andati perduti.
Quando si tratta di capi di vestiario di uso quotidiano il danno potrebbe anche risultare sopportabile, ma per capi preziosi irrimediabilmente sciupati, giacche di pelle o di montone cui è cambiato il colore, vestiti di seta, abiti di cachemire irrimediabilmente rovinati, è difficile mantenere la calma.
Come limitare i danni
Una volta stabilito che il danno è frequente, che cosa fare per limitarlo? La prima cosa che dovrebbe fare un commerciante preoccupato di rendere un buon servizio al cliente è l’esame scrupoloso dell’indumento affidatogli, informarsi sulla natura delle macchie da eliminare, particolare utile per la pulitura (ammesso che venga fatta nel suo negozio anziché da una lavanderia industriale che esegue il lavaggio per tante tintorie). Il commerciante dovrebbe poi rilasciare una ricevuta, cosa questa molto importante, con la descrizione accurata dei vestiti, indispensabile per il ritiro della merce, i tempi di consegna, le condizioni e i prezzi.
Coloro che si servono spesso della tintoria sanno che non tutti esaminano minuziosamente i capi da lavare né avvertono prima se ci sono difficoltà per il lavaggio. Inoltre vengono fornite informazioni sulle condizioni del contratto e sulle eventuali responsabilità non assunte dalla lavanderia. Informazioni che potrebbero essere stampate agevolmente sul retro della ricevuta oltre che esposte ben visibili in negozio.
I particolari che fanno la differenza
Che cosa ci si aspetta di norma da una lavanderia a «prova di lamentele»? Tutto quanto esposto sopra più il rispetto della puntualità. A ciò si aggiunge un prezzo equo. In certi casi, infatti, il prezzo, per la stessa identica prestazione, può essere il doppio.
Alcune regole d’oro
In caso di danni o smarrimenti di vestiti, lavaggi che aggiungono macchie anziché toglierle e altre sgradevolezze del genere non è sempre facile farsi risarcire. Cosa si deve fare? Prima di tutto ricorrete al lavaggio a secco solo nei casi assolutamente necessari. Quindi:
-Quando comprate il vostro abbigliamento controllate che ci siano due etichette. Una relativa alla natura della fibra (lana, seta, cotone, fibre sintetiche o miste nelle varie percentuali) e una con le indicazioni sul lavaggio e la stiratura. In questo modo il tintore sa come procedere.
-Se il vestito è stato rovinato seguendo le istruzioni riportate dall’etichetta in modo errato, potete chiedere il rimborso del danno o la sostituzione a chi vi ha venduto il capo.
-Mancando l’etichetta con le istruzioni di lavaggio è il tintore che, conoscendo il suo mestiere, deve scegliere il trattamento idoneo. Se ha dei dubbi deve dichiarare subito la possibilità di rischi e allora sta a voi dare o meno l’assenso al lavoro, dato che non potrete rivalervi su di lui in caso di danni. L’etichetta esplicativa delle modalità di lavaggio e stiratura dovrebbe essere obbligatoria per legge. È utile anche per il lavaggio domestico.
-Al momento della consegna segnalate le macchie e la loro origine (come già riferito, spesso il lavaggio viene appaltato a un’altra ditta più organizzata), comunicate se si tratta di un vestito costoso, non pagate mai in anticipo e piuttosto cambiate negozio. Esigete una ricevuta dettagliata dei capi consegnati e una loro descrizione non troppo generica. I completi da donna, tailleurs, o i vestiti maschili vanno lavati assieme.
-Quando andate a ritirare i vestiti controllateli subito nei particolari (bottoni, occhielli, cinture, chiusure lampo) e se non siete soddisfatti del risultato non ritirateli. In caso di restringimento eccessivo, riportatelo immediatamente in tintoria. Esigete sempre lo scontrino fiscale.
-Ricordate che per consuetudine avete 30 giorni per ritirare i vostri vestiti. Non lasciate scadere questo termine, perché oltre a pagare l’eventuale custodia, la tintoria non è tenuta a conservarvi i vostri capi oltre questo limite.
Conclusione
Il lavaggio a secco, dunque, anche se apparentemente si presenta come la soluzione più comoda, non è privo di rischi. La soluzione sta a monte. Anche dalla oculatezza della prima scelta, infatti, il consumatore sa minimizzare i rischi.
Preferite allora fibre naturali semplici: cotone, lana vergine, lino. Evitate le fibre sintetiche, soprattutto degli indumenti intimi e a diretto contatto della pelle.